Il passato e il presente sono inscindibili. È questo che si legge nell’ultimo romanzo di Francesco Marchese “Quando il passato resta” edito da Algra. La prova la darà il suo protagonista, l’ispettore Andrea Vadalà, ritorna con la memoria a Roma per raccontare la prima indagine, per trovare un equilibrio tra ciò che è stato e ciò che sarà, tessendo una trama di consapevolezza e speranza. Traghetta sulla barca del nocchiero Caronte dalla paese siciliano dove è nato e cresciuto alla città eterna, per trasportare sentimenti ed emozioni al di là del male, “dove ci sono cose che neanche il crimine può vedere”.

Ogni istante presente è, in realtà, il frutto di una catena di eventi, decisioni e sentimenti che affondano le radici nel passato. Attraversando quel ponte tra ciò che è stato e ciò che è ora, ci permette di comprendere meglio il nostro essere. Nell’intreccio tra “Amore e Psiche” e “I fiori del male” si dipana il mistero di un omicidio, il mistero della vita e della morte. Sarà il lettore e solo lui, a trovarne il colpevole se c’è n’è uno. Tratto da storie vere questo romanzo ha il sangue dentro, aprirlo è sconsigliato, leggerlo potrebbe aprire delle ferite, la cura è saper trovare l’amore.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE
Francesco Marchese (1965) è un autore siciliano. Ispettore del lavoro e docente in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Autore di “Cianfrusaglie d’amore e d’odio” e “Tra un facile e fragile abbraccio”, con “Quando il passato resta” pubblica per la seconda volta con Algra Editore. Nelle sue opere – introspettive vestite di giallo – lo scrittore ci guida nell’intimo umano, attraverso indagini ricolme di molteplici emozioni. Nei suoi lavori emerge l’amore per la propria terra, il legame col mondo spirituale orientale e l’esperienza con le arti marziali. “Quando il passato resta”, rappresenta l’unione tra ciò che è stato e ciò che è ora, ci permette di comprendere meglio il nostro essere.