di Luigi Asero
Nuovo record negativo per l’Italia. Stavolta (e nuovamente) si parla di “libertà di stampa”. Il report aggiornato di Reporters sans Frontieres declassa l’Italia dal già poco onorevole 73° posto mondiale dello scorso anno al 77° su 180 Paesi esaminati. Italia non ultima in Europa ma fra le ultime tra i Paesi aderenti all’Unione Europea. Dopo l’Italia (in ambito UE) soltanto Cipro, Grecia e Bulgaria.
Libertà di stampa in Italia limitata da una serie di fattori. “Fra i 30 e i 50 giornalisti” sarebbero sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni. Nel rapporto vengono citati anche «procedimenti giudiziari» per i giornalisti che hanno scritto sullo scandalo Vatileaks. I giornalisti in maggiore difficoltà in Italia sono quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato.
Meglio dell’Italia Paesi come Tonga, Burkina Faso e Botswana. Per la prima volta, da quando Rsf ha cominciato nel 2002 a elaborare la sua classifica, il continente africano mostra una situazione migliore rispetto al continente americano dove pesano “violenza crescente contro i giornalisti in Latinoamerica”, l’Asia continua a essere il continente peggio valutato. L’Europa rimane l’area in cui i media sono più liberi, anche se Rsf nota un indebolimento generale.
La Finlandia continua a essere quello in cui le condizioni di lavoro per i giornalisti sono migliori (è in cima alla classifica accade dal 2010; seguita da l’Olanda, che guadagna due posti, e la Norvegia, che ha perso la seconda posizione. La Russia si posiziona al 48° posto (ben 25 posizioni più in alto dell’Italia). Turchia invece al 151° e l’Egitto al 159°. In coda Turkmenistan, Corea del Nord e ultima l’Eritrea.